Fondi sonori

Emigrazione veneta

Il fondo sonoro dell’Archivio di documentazione e ricerca sull'emigrazione veneta (ADREV) contiene copia delle registrazioni e delle fotografie realizzate nel corso degli anni Ottanta e Novanta, da Giovanni Meo Zilio (1923-2006), studioso di lingue e letterature ispanoamericane, docente di Ca’ Foscari e parlamentare della Repubblica (1992-1996), nell’ambito di ricerche di tipo linguistico condotte prevalentemente in America Latina: Brasile meridionale, Argentina, Messico. 

I documenti sonori originali erano registrati su audiocassette. Sono confluiti – insieme a tutto l’archivio dell’ADREV – nel Centro interuniversitario di Studi Veneti (CISVe). Qui sono stati digitalizzati e trasferiti in 37 CD-ROM nel 2001. Solo 9 audiocassette sono state conservate, non digitalizzate; i CD erano – nell’estate del 2020 – in uno stato incipiente di degrado; i loro contenuti sono stati trasferiti nell’Archivio di fonti orali, riuscendo anche a recuperare una parte dei file danneggiati.

Purtroppo, mancano le informazioni di corredo alle interviste, di cui è rimasto solo quel che è scritto nelle copertine dei CD: spesso indicazioni generiche di luogo ed estremi di date. Così è difficile contestualizzare i documenti sonori; lo si può fare solo sulla base di informazioni interne alla fonte sonora. 

Il fondo è stato oggetto di una tesi di laurea di Giorgia Chisté, Famiglie venete in Brasile. Testimonianze in taliàn, relatore Claudio Povolo, laurea magistrale in Storia dal Medioevo all’età contemporanea, a.a. 2013/2014.

Queste interviste sono un documento, oltre che della storia e della lingua degli emigrati italiani, anche di una stagione di ricerca che coincide con la riscoperta degli italiani all’estero e dei cosiddetti “Veneti nel mondo” e si interseca con le politiche culturali e identitarie messe in atto da diversi soggetti istituzionali, sia in Italia sia in Brasile.
Tra i prodotti di quella stagione si segnalano i “Quaderni dell’ADREV”, pubblicati tra il 1996 e il 2006.

‌‌ Conferenza di Giovanni Meo Zilio a S. Antonio-Tres Arrojos, Rio Grande do Sul (Brasile), e interviste alla fam. Fabris
1996

Conferenza del prof. Giovanni Meo Zilio a S. Antonio-Tres Arrojos, Rio Grande do Sul (Brasile) nel 1996, seguita da quattro interviste con esponenti della famiglia Fabris: Sergio Fabris (San Josè do Cavedo, s.d.), Costante Fabris (Nova Prata, 1906), Giuseppina Stella Fabris (Vicenza, 1917), Leandra Fabris (Erechim, 1967).
Come per tutti i documenti sonori di questo fondo, mancano le informazioni sui testimoni e sul contesto in cui le interviste sono state fatte. Lo pubblichiamo, quindi, in via sperimentale, invitando chi abbia notizie sui testimoni o ricordi di quell’evento a contattare l’Archivio di fonti orali (afo@unive.it).

L’Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi conserva un fondo di documentazione inedita denominato Archivio Etnico-Linguistico Musicale. Nato nel 1962 per opera di Diego Carpitella, etnomusicologo, e Antonino Pagliaro, glottologo, l’AELM comprende un’importante sezione di registrazioni inerenti alle comunità italiane all’estero. Di particolare interesse risultano i documenti raccolti da Diego Carpitella, Giovanni Meo Zilio e Daniela Perco nelle comunità venete del Brasile, nello Stato Rio Grande Do Sul, tra il 1970 ed il 1977.

Archivi di ricercatori

Ogni ricerca lascia dietro di sé un archivio che è il depositato di tutto quello che è stato raccolto durante il percorso che precede la pubblicazione degli esiti della ricerca stessa. In particolare, chi lavora con le fonti orali effettua registrazioni di parlato (o cantato) che sono già in se stesse dei “prodotti della ricerca”. Nel corso della propria vita, ogni ricercatore ne accumula moltissime, che solo in parte ha utilizzato per le pubblicazioni e che spesso conserva in casa, nel proprio archivio personale.
La deontologia professionale e ormai anche la normativa che sottende ai finanziamenti pubblici della ricerca impongono ai ricercatori di preservare le fonti orali che hanno registrato, sia per rispetto delle persone e dei gruppi sociali che vi hanno contribuito sia per metterle a disposizione - nei modi e nei tempi opportuni - della comunità scientifica e in generale della collettività. 
Grazie al contributo del Venice Centre for Digital and Public Humanities (VeDPH) è stato possibile digitalizzare le registrazioni, contenute in 60 audiocassette, di interviste e documentazioni sonore realizzate da Alessandro Casellato tra il 1993 e il 2008 nel corso di diverse ricerche, fino a quando è invalso l’uso del registratore digitale. Il fondo comprende anche le registrazioni successive, native digitali, tanto di interviste che di eventi pubblici (manifestazioni, conferenze, seminari, convegni).

‌‌ Don Ciotti in Cansiglio
14 settembre 2014 - editato

Discorso ufficiale di don Luigi Ciotti a Pian del Cansiglio il 14 settembre 2014, in occasione della cerimonia per il 70° anniversario del rastrellamento nazifascista in Cansiglio. Nel documento sonoro, il discorso di don Ciotti è preceduto dalla presentazione dell’oratore da parte del presidente provinciale dell’ANPI di Treviso, Umberto Lorenzoni (non trascritta).

Trascrizione

Archivi di laureandi

Federica Martinato - Le 150 ore a Rovereto

Il fondo sonoro è il risultato della ricerca storica, condotta da Federica Martinato attraverso fonti orali e d’archivio, sui primi dieci anni di attività della scuola delle “150 ore” di Rovereto, sulla rivista di storia Materiali di lavoro e sulle vicende individuali e collettive del gruppo di insegnanti che animò queste due realtà. Nel contesto della scuola delle “150 ore” avvenne la scoperta delle scritture popolari, di cui il gruppo di insegnanti-storici si occupò dai primi anni Ottanta, e che portò alla costituzione dell’Archivio della scrittura popolare di Trento.

Il fondo comprende 21 interviste e 1 registrazione di un intervento pubblico, raccolte tra agosto 2019 e settembre 2020, fatte principalmente agli insegnanti coinvolti e agli ex studenti della scuola delle “150 ore”. Ognuna delle interviste e delle registrazioni è accompagnata da una scheda di corredo ed è indicizzata. Sono inoltre presenti dei materiali di corredo emersi durante le interviste e alcune mail di precisazione intercorse tra gli insegnanti e l’autrice dello studio.

Link alla tesi: Dalla “scuola di classe” alle “scritture popolari”. Attivismo politico e storiografia a Rovereto tra il ’68 e l’89.

  • Intervista a Piergiorgio Andreolli raccolta il 14/01/20;
  • Intervista a Maura Angeli raccolta il 16/01/20;
  • Intervista a Quinto Antonelli raccolta il 06/08/19;
  • Intervista a Quinto Antonelli raccolta il 03/12/2019;
  • Intervista a Fausta Benedetti raccolta il 24/06/20;
  • Intervista a Andrea Diener raccolta il 24/06/20;
  • Intervista a Sandra Dorigotti raccolta il 23/06/20;
  • Intervista a Gianluigi Fait raccolta il 15/01/20;
  • Registrazione della festa per i trent’anni del Laboratorio di storia di Rovereto raccolta il 29/08/20;
  • Intervista a Mariano Frizzera raccolta il 25/06/20;
  • Intervista a Camillo Graziola raccolta il 25/06/20;
  • Intervista a Mario Isnenghi raccolta il 08/09/20;
  • Intervista a Diego Leoni raccolta il 15/01/20;
  • Intervista a Armando Migliarini raccolta il 24/06/20;
  • Intervista a Lucia Monte raccolta il 22/06/20;
  • Intervista a Franca Peroni raccolta il 22/06/20;
  • Intervista a Teresa Prezzi raccolta il 23/06/20;
  • Intervista a Claudia Prosser raccolta il 24/06/20;
  • Intervista a Claudia Prosser raccolta il 02/07/20 (formato 3GPP);
  • Intervista a Fabrizio Rasera raccolta il 16/01/20;
  • Intervista a Sandro Schmid raccolta il 07/07/20 (manca il consenso informato);
  • Intervista a Camillo Zadra raccolta il 24/09/19.

Domenico Infantolino - Italiani di Libia

Il fondo sonoro sugli italiani di Libia è il frutto delle ricerche etnografiche e storiche sulla presenza italiana a Tripoli nel periodo coloniale e post-coloniale condotte da Domenico Infantolino.

Nato a Tripoli nel 1943 da una famiglia di siciliani, emigrati prima in Tunisia poi in Libia all’inizio del secolo, Domenico (Mimì) Infantolino trascorre la sua giovinezza a Tripoli durante la dominazione inglese e il regno di re Idris. Iscritto all’università di Padova, dopo l’espulsione degli italiani dalla Libia, decisa dal colonnello Gheddafi nel 1970, si ferma a Padova e vi costruisce la sua vita famigliare e professionale. Dopo la pensione riprende gli studi, iscrivendosi a Ca’ Foscari. Nel 2009 si laurea in Lingue e Culture dell’Eurasia e del Mediterraneo con la tesi Italia e Libia: tra storiografia e ricordi (relatore Antonella Ghersetti, professore di Lingua e letteratura araba). Nel 2014 consegue la laurea in Antropologia Culturale, Etnologia ed Etnolinguistica con la tesi Socialità urbana a Tripoli negli anni 50-60 nelle memorie orali e iconografiche degli italiani di Libia (relatore Gianni Dore, professore di Etnografia e storia dell’Africa). Nel 2018 si laurea in Storia con la tesi Una patria di parole. Storia orale degli italiani profughi dalla Libia (relatore Alessandro Casellato, professore di Storia orale). Mimì Infantolino è mancato nell’estate del 2020, mentre stava correggendo le bozze del suo libro, Patria di parole. Autobiografia degli italiani di Libia, Padova, Cleup, 2020. 

1970, L'Addio a Tripoli

Il fondo comprende 47 interviste, registrate e trascritte tra il 2012 e il 2018, e diverse decine di riproduzioni digitali di fotografie. È stato depositato nell’Archivio di fonti orali per volontà dell’autore, a scopo di conservazione.

  • Letterio Alabiso nato a Zanzur in Tripolitania nel 1942. 
  • Renato Avaro nato a Tunisi nel 1944. 
  • Etty Barki nata a Tripoli nel 1947. 
  • Concetta (Cetty) Branciamore nata a Tripoli nel 1947. 
  • Marisa Buda nata a Trieste nel 1933.       
  • Raffaele Brignone nato nel 1948 a Tripoli.
  • Angi Calvo Platero nato a Tripoli nel 1943.
  • Gilberto Caputi nato a Roma nel 1943. 
  • Andrea Carcea nato a Tripoli nel 1951. 
  • Sandro Maria Carucci nato a Tripoli nel 1933. 
  • Paolo Cason nato a Tripoli nel 1948. 
  • Amedeo De Castro nato a Tripoli nel 1945. 
  • Marcella Di Gloria, nata a Tripoli nel 1951. 
  • Duilio Disco nato a Tripoli nel 1951. 
  • Domenico Ernandes nato a Tripoli nel 1948. 
  • Paola Frojo nata a Tripoli nel 1946.
  • Domenico Flagiello nato a Tripoli nel 1940. 
  • Luciano Frugoni nato a Tripoli nel 1945. 
  • Carlo Ghirlando nato a Tripoli nel 1940. 
  • Patrizia Ghirlando nata a Tripoli nel 1950. 
  • Sofia Girani nata a Tripoli nel 1938. 
  • Angelo Graziani nato a Tripoli nel 1952. 
  • Piero Greco nato a Tripoli nel 1946. 
  • Nives Fabiola Gubiani nata a Tripoli nel 1955. 
  • Milena Janaco nata a Tripoli nel 1946. 
  • Francesco (Franco) Lacavalla nato a Tripoli nel 1953.
  • Giovanna Lacavalla nata a Tripoli nel 1947. 
  • Francesco Macauda nato Tripoli nel 1950.
  • Carlo Martines nato a Tripoli nel 1934.
  • Maria Mortellaro nata a Tripoli nel 1944.
  • Alberto Paratore nato a Tripoli nel 1938.
  • Francesco Prestopino nato a Bengasi nel 1934.
  • Quinto (Quintino) Quartararo nato a Tripoli nel 1946.
  • Denis Richard nato a Tripoli nel 1945.
  • Antonino Rizzo nato a Tarhuna (Tripolitania) nel 1941. 
  • Mario Russo nato a Ercolano (NA) nel 1930.
  • Lucia Sagona nata a Tripoli nel 1938.
  • Andrea Amedeo Sammartano nato a Tripoli nel 1950. 
  • Pasquale Sepe nato a Tripoli nel 1947.
  • Marcello Trovato nato a Tripoli nel 1945. 
  • Umberto Vaccarini nasce a Tagiura in Tripolitania nel 1942. 
  • Silvio Villano nato a Bianchi in Tripolitania nel 1942. 
  • Anna Maria Viscuso nata a Tripoli nel 1951. 
  • Carole Yates nata a Ecclesfield nello Yorkshire (UK) nel 1944.

‌‌ Intervista di Domenico Infantolino a Carlo Martines
10 giugno 2013 - editato

Estratto dell’intervista con Carlo Martines, svoltasi il 10 giugno 2013. Martines, nato a Tripoli nel 1934, medico presso l’Ospedale Governativo di Tripoli dal 1961 al 1970, viene sollecitato dal cugino Mimì a raccontare dei rapporti tra le varie etnie a Tripoli, del proprio lavoro di medico negli anni Sessanta, dell’occupazione di Tripoli da parte delle truppe inglesi nel 1943, dei pogrom antisemiti del 1945 e del 1967.