DIA
Dizionario dell’italiano accademico: forme e funzioni testuali

Progetto

La composizione dei testi concettuali (cioè testi formali che parlano di argomenti settoriali e che appartengono a generi testuali quali il manuale universitario, l’articolo di ricerca, la voce di enciclopedia e così via) non si basa solo sull’uso di espressioni tipiche dei vari settori (i termini tecnici) ma si appoggia largamente a uno strato di parole che non appartengono a nessun settore e che nella comunicazione di tutti i giorni sono spesso assenti o meno frequenti. Queste parole, che sulla scia di una tradizione di studi chiamiamo “accademiche”, svolgono funzioni molto importanti che permettono sia di organizzare le relazioni tra i concetti di cui parla il testo, sia di gestire il rapporto con il lettore e di segnalare la struttura del testo. Lo studio di queste parole e la creazione di un dizionario online open access è l’obiettivo del progetto “Dizionario dell’italiano accademico: forme e funzioni testuali”, che vede la collaborazione di numerosi studiosi appartenenti a tre unità di ricerca: l’Università Ca’ Foscari Venezia (capofila del progetto), l’Università degli Studi di Milano (unità del vice-coordinatore) e l’Università per Stranieri di Siena.

DIA

Dal momento che lo studio del lessico accademico punta a individuare una rete di funzioni comunicative, il Dizionario dell’italiano accademico (DIA) è costruito in modo tale che sia consultabile sia per forme sia per funzioni: cioè ogni forma lessicale è ricondotta ad almeno una funzione comunicativa, e ogni funzione comunicativa è generalmente rappresentata da più forme lessicali. Questa rete di forme e funzioni – una rete ipertestuale e dunque facilmente navigabile – è utile non solo a capire meglio il comportamento delle singole parole in questione, ma anche a creare “un’alfabetizzazione funzionale”, cioè a familiarizzare con le operazioni concettuali che stanno dietro alla scrittura dei testi concettuali.

Lo studio del lessico accademico si basa sul Corpus DIA: un insieme di poco meno di 800 mila parole ricavate da 144 testi, i quali provengono da 106 settori disciplinari (afferenti, questi ultimi, a tre macro-ambiti del sapere, cioè l’area scientifica, l’area umanistica e l’area giuridico-economica). Dal punto di vista del genere testuale, inoltre, il corpus DIA è ripartito in modo bilanciato tra articoli di ricerca, manuali universitari e voci di enciclopedia. Il bilanciamento e l’eterogeneità di questa base di dati serve a garantire che le espressioni e le funzioni descritte nel DIA siano effettivamente trasversali ai vari ambiti del sapere.

Gruppo

Davide Mastrantonio

Principal Investigator e coordinatore nazionale

Michela Dota

Vice-PI e coordinatrice dell’unità di ricerca dell'Università degli Studi di Milano

Eugenio Salvatore

Coordinatore dell'unità di ricerca dell'Università per Stranieri di Siena